Il mercato del lavoro nel II trimestre nei dati Istat
L’Istat ha pubblicato il 12 settembre scorso l’aggiornamento trimestrale sul mercato del lavoro, relativo al II trimestre. Di seguito alcune questioni rilevanti, in 10 punti:
1. Nel II semestre 2019, nonostante l’aumento degli occupati, vanno male le ore lavorate, che rispecchiano la debole dinamica del PIL. L’input di lavoro misurato in ore lavorate su base congiunturale cala (-0,1%) e su base annuale, pur registrando una variazione positiva, rallenta sensibilmente (+0,4%, rispetto al +1,5% della precedente rilevazione). In parallelo, invece, l’occupazione risulta in crescita sia su base congiunturale (+130mila, +0,6% rispetto al I trim 2019) che su base annua (+78mila, +0,3% rispetto al II trim 2018).
2. I dati su ore lavorate e occupati del punto 1 si riflettono nella composizione degli occupati per tipologia oraria. In un anno, infatti, l’aumento degli occupati è tutto trainato dagli occupati part-time (+83mila, +1,9%) e in particolare dai part-time involontari (+105mila, +3,7%). L’incidenza degli occupati part-time sull’occupazione totale è al 19%.
3. Guardando alle tipologie di occupazione, anche in questo caso l’aumento dell’occupazione dipendente permanente è quasi tutto trainato dai dipendenti permanenti a tempo parziale (+97 mila part-time su un aumento complessivo di +112 mila dipendenti permanenti in un anno). Nel trimestre, i dipendenti a termine fanno segnare una diminuzione di 15 mila unità rispetto allo scorso anno.
4. Il tasso di occupazione totale cresce ma il tasso di occupazione dei 20-24enni diminuisce del 2,8% e quello dei 25-34enni dello 0,3%.
5. L’80% della popolazione laureata risulta occupata (+0,2%), contro il 65,5% dei diplomati e il 44,2% di chi ha un titolo di studio fino alla licenza media.
6. Guardando alle ripartizioni geografiche, si ampliano i divari. Rispetto al 2018, al nord il tasso di occupazione migliora più della media nazionale (+0,5 punti percentuali vs +0,4 in media nazionale), al centro fa registrare +0,3, mentre al sud arranca (+0,1).
7. Per quanto riguarda la domanda di lavoro, le posizioni lavorative alle dipendenze registrano un aumento dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dell’1,5% rispetto all’anno precedente. In entrambi i casi l’aumento è più intensivo nei servizi che nell’industria.
8. In controtendenza rispetto al trend generale ci sono le posizioni lavorative in somministrazione, in calo del 2,9% sul trimestre precedente e del 3,4% sull’anno precedente, probabile effetto della stretta del decreto dignità. Tutto ciò mentre aumenta la quota di disoccupati che nella ricerca di lavoro si rivolge alle agenzie di somministrazione (sono il 12,2% dei disoccupati, +1,6 p.p. sul 2018).
9. Aumentano sensibilmente le ore di cassa integrazione, quantificate in 9,3 ore di Cig ogni mille lavorate (+3 ore rispetto allo scorso anno).
10. In aumento anche il costo del lavoro per unità di lavoro: +2,4% rispetto allo scorso anno, trainato dall’aumento degli oneri sociali (+4,5%). Per le retribuzioni si registra una variazione pari a +1,6%.